16, Aprile, 2024

Carenze di personale al Centro dialisi del Serristori, i delegati Rsu e Cobas aprono una vertenza con la Asl10

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Nel mirino dei rappresentanti dei lavoratori sono finiti i numeri del personale in servizio al Centro dialisi, che all’ospedale figlinese ha in cura 24 pazienti: “Servono almeno un infermiere e un operatore sociosanitario in più”. Chiesto un incontro alla Asl10

È allarme per la carenza di personale all'interno del Centro di dialisi dell'Ospedale Serristori di Figline. Qui, dove vengono curati 24 pazienti, al ritmo di 6 a turno, su due turni giornalieri, mancherebbero almeno un infermiere e un operatore sociosanitario per turno. 

Tanto che ora i delegati della Rsu e dei Cobas hanno aperto uan vertenza e chiesto un incontro urgente alla Asl10. "E’ da tempo – spiegano – che gli infermieri del Centro lavorano in condizioni di sottorganico, nonostante ci sia una specifica normativa regionale che detta i requisiti minimi organizzativi e strutturale per l’apertura e accreditamento dei centri dialitici ad assistenza limitata, e che prevede una unità infermieristica ogni 2,5 – 3 pazienti in dialisi, al fine di assicurare un adeguato trattamento terapeutico a chi è affetto da insufficienza renale in fase uremica cronico stabilizzato clinicamente ed a rischio".

Ebbene, i delegati sindacali spiegano che i conti non tornano, su questo fronte. "Il Centro dialisi del Serristori ha in cura 24 pazienti che ruotano a giorni alterni su 6 posti letto in un servizio organizzato dalle 7 alle 19, su due turni giornalieri: e fa fronte a questo con 6 infermieri, 1 caposala e 1 operatore sociosanitario che è condiviso con la farmacia. Inoltre, il Centro dovrebbe essere integrato con la dialisi di Ponte a Niccheri, che date le continue carenze di personale non riesce a svolgere quel supporto necessario alla strutture figlinese".

"Le dotazioni organiche a Figline sono al limite – accusano i delegati – e non riescono per lunghi periodi dell’anno a garantire in sicurezza quella continuità assistenziale di cui il paziente dializzato necessita, se non a proprio scapito". L'estate è uno di questi periodi più difficili. "Una situazione inaccettabile, insostenibile e pericolosa poiché mette sotto stress i lavoratori esponendoli in prima persona a possibili rischi". 

E se qualcuno manca, spiegano Rsu e Cobas, "la dirigenza infermieristica scarica sui lavoratori la responsabilità di trovare una soluzione: ciò significa obbligo di permanenza in servizio oltre il proprio turno, rientri durante il giorno di riposo, e così via". Da qui l'incontro avvenuto nei giorni scorsi fra i lavoratori e i delegati, Andrea Calò e Domenico Mangiola. "I lavoratori ci hanno dato mandato ad aprire una vertenza nei confronti dell’azienda poiché non è possibile subire un'approssimata e superficiale gestione organizzativa".  

Due le richieste all'Azienda sanitaria: la prima è di assegnare sia al Centro dialisi del Serristori, sia alla Dialisi di Ponte a Niccheri, un infermiere adeguatamente formato e in grado di gestire il processo dialitico dall’inizio alla fine; la seconda è di assegnare un operatore sociosanitario per turno alla dialisi del Serristori, per gestire le urgenze che di volta in volta si presentano a pazienti con grandi complicanze clliniche. 

"Come delegati Rsu e Cobas abbiamo inviato subito una richiesta di incontro all’azienda, invitando fin da ora la dirigenza infermieristica a non lucrare più sulla pelle dei lavoratori; contestualmente è stato richiesto il coinvolgimento del risk management per valutare ed eliminare tutti i possibili rischi clinici correlati. In mancanza di una risposta concreta e tempestiva da parte dell’Azienda la vertenza diventerà mobilitazione in contrasto agli abusi e alle illegittimità".

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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