28, Marzo, 2024

Bekaert, tavolo rimandato a lunedì. L’azienda non ritira la procedura di chiusura. Rossi: “Inaccettabile il comportamento dell’azienda”

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Assente il Ministro dello sviluppo economico. Presenti il vice capo gabinetto, il funzionario del Mise dott. Castano, Il sindaco di Figline Incisa, Giulia Mugnai, il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l’assessore Gianfranco Simoncini, i sindacati, Fiom Cgil, Uilm Uil, Fim Cisl, e tre rappresentanti dell’azienda.

Tavolo rimandato a lunedì prossimo alle 15.00 ma l'azienda non ritira comunque la procedura di chiusura dello stabilimento di Figline. Si è concluso così l'incontro al Mise per la vicenda dei 318 lavoratori della Bekaert che rischiano il licenziamento a causa della decisione della multinazionale belga.

Presenti alla riunione romana il vice capo gabinetto del Ministero dello sviluppo economico, il funzionario del Mise dott. Castano, Il sindaco di Figline Incisa, Giulia Mugnai, il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e l'assessore Gianfranco Simoncini,  i sindacati, Fiom Cgil, Uilm Uil, Fim Cisl, e tre rappresentanti dell'azienda. Assente il Ministro Luigi Di Maio.

Il primo a commentare è il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: "A parole l'azienda si dice disponibile a trattare sui tempi. In realtà non ritira la procedura che ha avviato. In questo modo l'unica cosa certa é che il 4 settembre i lavoratori saranno licenziati. Il comportamento dell'azienda é davvero inaccettabile".

"Staremo al fianco dei lavoratori e dei sindacati. Chiedo che il ministero trovi un modo per risolvere questo problema, altrimenti tutte le parole contro le delocalizzazioni rischiano di essere parole al vento. Se non si troverà una soluzione chiedo al Governo di intervenire anche con strumenti straordinari, come è giusto fare in queste situazioni. Come Regione abbiamo fornito la nostra consulenza alle organizzazioni sindacali rispetto alla loro proposta che l'esecutivo vari un decreto per consentire che i lavoratori possano godere della cassaintegrazione. Non vogliamo essere noi a dire all'esecutivo ciò che deve fare. Ma se non è quello lo strumento per dare una prospettiva ai dipendenti, che ne trovi uno efficace. Perché non si può dare a 318 lavoratori come unica certezza che il 4 settembre saranno tutti licenziati".

Fabio Franchi, segretario generale aggiunto Cisl Firenze-Prato e Alessandro Beccastrini, segretario Fim-Cisl Toscana parlano di un piccolo spiraglio.

"Da parte dell'azienda c'è una piccolissima apertura, assolutamente insufficiente nei tempi. La Cisl e la Fim vogliono andare a vedere se c'è solo questo, come detto insufficiente, o ci sono elementi per avviare una trattativa vera. L'azienda, stimolata dal Ministero, si è impegnata a preparare un documento su cui lavorare. Il tavolo è stato riaggiornato a lunedì prossimo alle 15. Andremo lì per vedere le carte in tavola, ma noi la trattativa, fino a mezzanotte del 3 settembre, cercheremo in ogni modo di avviarla".

Duro il commento del Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi: “L’azienda non ritira la procedura e non concede l’utilizzo di ammortizzatori sociali ma solo 120 giorni di extra time, che altro non sono che il periodo previsto dalla legge per procedere ai licenziamenti. Per noi, ad oggi, non ci sono le condizioni per proseguire la trattativa. Per noi un’apertura é quella che permette di salvare i posti di lavoro, non di rimandare i licenziamenti. Domani in assemblea ci confronteremo con i lavoratori. Lunedì alle 15 é previsto un nuovo incontro al Ministero e l’azienda si presenterà con una sua proposta scritta alla quale noi, per iscritto, risponderemo. Non firmiamo oggi i licenziamenti di domani! Chiediamo al Governo di non stare a guardare ma di intervenire per favorire una reindustrializzazione obbligando l’azienda ad attivare la cassa integrazione”. 

 

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