25, Aprile, 2024

Bekaert, “serve più tempo e un piano serio di reindustrializzazione”. Fronte compatto fra lavoratori, sindacati, istituzioni, cittadini

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Cinema di Figline affollato per l’incontro pubblico, tanto il sostegno dei cittadini e di lavoratori di altri stabilimenti. I sindacati: “Dobbiamo trovare più tempo”. Fronte compatto delle istituzioni locali. La sindaca: “Non siamo un territorio che si arrende”. il Governatore Rossi: “Questa vertenza è di importanza nazionale. Qualche imprenditore interessato c’è: ma al tavolo del 24 deve esserci il Ministro”

Un fronte compatto, ancora una volta, a fianco dei lavoratori Bekaert e per la salvaguardia dei posti di lavoro sul territorio valdarnese. È quanto emerso nel corso dell'incontro che si è tenuto al Cinema di Figline, voluto dal Comune e dalla Presidenza del Consiglio comunale, e molto partecipato, sia dai lavoratori stessi, sia dai cittadini che da rappresentanze di altri stabilimenti di tutta la Toscana. Sul palco i sindacati, i capigruppo consiliari di Figline e Incisa, la sindaca Mugnai, il presidente della Regione Rossi. In platea tanti sindaci, assessori e consiglieri comunali arrivati da tutto il Valdarno aretino e fiorentino, per sostenere questa battaglia; ma anche i consiglieri regionali che seguono da vicino la vicenda. 

 

Dal Consiglio comunale di Figline e Incisa posizioni simili, seppur con sfumature diverse: "Non si può chiudere questa vicenda con un nulla di fatto", ha detto Orpelli (Pd); "Serve il ritiro dei licenziamenti e il rinnovo della cassa integrazione", ha aggiunto Ciucchi (Figline e Incisa in Comune). Una richiesta arrivata anche da Pittori (Lega); ha chiesto risposte concrete per i lavoratori Simoni (Liste civiche); e Naimi ha ribadito l'impegno del M5S e l'attenzione sempre alta sulla vicenda. 

 

Sono stati i lavoratori delle Rsu, però, a tracciare il senso più umano della vertenza. "Nove mesi e mezzo sono duri, non solo economicamente ma anche per il morale", ha detto Gino Turrini della Rsu Fim. "Si sperava in una soluzione che per ora non c'è stata: e più aspettiamo, più sarà difficile far ripartire quello stabilimento". "Il nostro destino – ha aggiunto Filippo Pescini, Rsu Fiom – è nelle mani di qualcun altro. Una situazione frustrante, per noi. In cassa integrazione nessuno sta bene: non ce lo dimentichiamo. Così come non dobbiamo dimenticare l'enorme atto di coraggio di alcuni lavoratori, che hanno deciso di costituirsi in cooperativa". "Purtroppo – ha chiuso Giuliano Poggialini, Rsu Uilm – c'è stato tanto silenzio negli ultimi mesi. Ma noi siamo ancora qui, siamo passati da situazioni anche molto spiacevoli, alla nostra età ritrovare lavoro è difficile. Ci siamo visti chiudere tante porte in faccia. Ora serve una soluzione". 

 

Dai segretari delle tre organizzazioni sindacali, letture in parte diverse ma la conferma di un impegno compatto nel chiedere tempo per la reindustrializzazione. Alessandro Beccastrini, della Fim Cisl, ha fatto luce sulle difficoltà attuali: da un sito datato fino alla necessità di riomologare il prodotto; dalla mancanza di norme che ad oggi consentano di prolungare la cassa integrazione, fino ai requisiti necessari per un investitore: credibilità, sostenibilità finanziaria, capacità produttiva. Ha tirato in ballo anche il Governo, che può fare la differenza tramite Invitalia. Il suo intervento:

 

 

Daniele Calosi, Fiom Cgil, ha puntato il dito ancora su Bekaert: "È dell'azienda la responsabilità di tutto questo, e se siamo ancora qui è grazie alla mobilitazione dei lavoratori. Non può lavarsene le mani e fare quello che gli pare". Chiamando in causa anche il sistema Paese, Calosi, chiedendo al Governo un atto politico per reintrodurre ancora la cassa integrazione, ha definito inaccettabile lo 'smarcamento' dell'azienda dalla reindustrializzazione, nonostante l'accordo firmato un anno fa: "È una vergogna". L'intervento:

 

 

Davide Materazzi, della Uilm Uil, ha ricordato i passi compiuti finora e ha richiamato l'attenzione sui posti di lavoro: "Si rischia di perdere 318 posti di lavoro sul territorio, non è solo un problema dei lavoratori ma dell'intero territorio. Serve il tempo necessario per arrivare alla piena reindustrializzazione del sito industriale. I posti si cancellano in un giorno, ma si ricostruiscono con tempo e impegno: e le politiche portate avanti negli ultimi anni non hanno mai legato le multinazionali ai territori. Questo è il risultato". L'intervento:

 

 

A chiudere la serata sono stati la sindaca, Giulia Mugnai, e il Presidente della Regione, Enrico Rossi. Mugnai ha ringraziato tutti per la grande partecipazione, "ancora una dimostrazione del sostegno di cittadini e istituzioni", e poi ha promesso che nessuno si arrnederà: "Questo territorio ha maturato nella storia degli anticorpi, non si è mai arreso. Ha scioperato e si è battuto contro le ingiustizie, e continuerà ancora a farlo. Non possiamo perdere questi posti di lavoro, e non possiamo accettare che questo sito, in cui hanno lavorato migliaia di valdarnesi, rimanga un enorme pachiderma vuoto". 

 

 

A Rossi è spettato il compito di tracciare le conclusioni dell'incontro. "Sono colpito dalla grande presenza questa sera, una partecipazione che ancora una volta questo territorio ha dimostrato. Bene anche che il Comune abbia mantenuto la destinazione industriale sull'area. Purtroppo questa vicenda è la dimostrazione che l'Europa manca di politiche sul fronte del lavoro che facciano da argine alle azioni delle multinazionali, interessate solo al profitto e mai al territorio, che si limitano a sfruttare". Poi ha aggiunto: "Negli ultimi mesi ho notato un calo di attenzione del Governo su Bekaert, il Ministro deve ora essere presente all'incontro del 24". Sulla reindustrializzazione: "A noi risultano 21 offerte pervenute all'advisor, delle quali ne sarebbero rimaste 3. L'azienda della Bielorussia non ci sarebbe più, mentre abbiamo incontrato un imprenditore, ci dovrebbe essere un investitore per la capitalizzazione, oltre alla cooperativa dei dipendenti. Insomma, c'è una soglia dalla quale si può lavorare insieme. Ma serve tempo e quindi la cassa integrazione". 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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