19, Aprile, 2024

Sale giochi e scommesse, contro la scelta di Rossi si solleva Neri: “Uno schiaffo in faccia a tante persone”

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La decisione di riaprire sale giochi e scommesse il 13 giugno ha sollevato grosse polemiche da parte del sindaco Neri. In particolare la prima cittadina si è soffermata sul paragone Scuola-Azzardo:” “L’azzardo è stato l’ultimo comparto a chiudere e non avere ancora idea di quando e come riaprire le scuole, il primo settore a chiudere? Io dico che avete sprecato il vostro coraggio dalla parte sbagliata”

Fa discutere la scelta della Toscana di riaprire sale giochi e scommesse in anticipo: non più il 15 giugno, ma il 13. A scagliarsi contro la decisione contenuta nell'ordinanza, firmata dal presidente della Regione, Enrico Rossi, è stata il sindaco di Laterina Pergine Simona Neri, da anni impegnata nel contrasto al gioco d'azzardo.

"Viviamo in una Regione dove addirittura, il nostro Presidente, ha sentito la necessità di anticipare la riapertura delle sale gioco al 13 Giugno e non al 15 – afferma Neri – così come da indicazione del Governo. Con quale logica si sia deciso di riaprire due giorni prima e di sabato, rilanciando quindi questa attività in un giorno festivo che potrebbe ulteriormente complicare la gestione di un affollamento/assembramento eccessivo nei luoghi dell'azzardo, non mi è dato di comprendere. Parlo a nome personale ma forse il Presidente non ha ben compreso che ormai sono più di 3 anni che in Toscana i Sindaci, le associazioni, il personale sanitario e le forze dell'ordine combattono con impegno e sistematicità per regolamentare questo settore ma soprattutto per cercare di limitare un disagio sociale gravissimo che nonostante i grandissimi sforzi tende sempre ad aumentare."

"Questo anticipo, seppur simbolico, rappresenta uno schiaffo in faccia a tante persone che anche nel momento del lockdown hanno continuato a lavorare per cercare di comprendere i meccanismi di trasformazione delle abitudini di gioco – continua Neri – e tentare di anticipare eventuali misure di contrasto alla patologia da gioco. Il sistema Italia, non potrà mai ripartire se ci si concede di liberalizzare l'azzardo con questa facilità ma si continua ad incatenare scuola e cultura. Tra la postazione fissa di una slot machine che viene fatta lavorare H24 con frenetico ricambio di utenza (certamente quando questa non capiti tra le mani di un giocatore patologico che vi rimanga seduto davanti fino a quando non ha speso l'ultimo centesimo del proprio reddito) ed un banco di scuola, la differenza dovrebbe saltare agli occhi anche se ancora, il dibattito pubblico, sta ragionando di incapsulare ed isolare gli alunni dentro al plexiglas."

"Certamente questa immagine, è l'immagine distorta dell'Italia creata da un meccanismo che si è inceppato, a qualche livello – conclude Neri – Riaprire di corsa, anche prima come nel caso della Toscana, l'azzardo (che è stato l'ultimo comparto a chiudere) e non avere ancora idea di quando e come riaprire le scuole (che sono state il primo settore a chiudere)? Io dico che avete sprecato il vostro coraggio dalla parte sbagliata."

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